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29/05/2025
Assalzoo: mangimistica, ottant’anni di storia al servizio della crescita dell’agroalimentare
Roma, 28 maggio – Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) compie ottant’anni; l’associazione è stata fondata nel 1945 e festeggia la ricorrenza a Villa Aurelia con una giornata di incontri e celebrazioni incentrata sul ruolo della mangimistica nello sviluppo dell’agrozootecnia e dell’agroalimentare italiano dal Dopoguerra a oggi; e con uno sguardo al domani.
La storia
La fondazione del 1945 si deve all’intuizione di Giorgio Mortari e di un piccolo gruppo di imprese pioniere. Nell’immediato dopoguerra il contesto economico era segnato da povertà, scarsità, instabilità e dalla necessità urgente di ricostruzione. La stessa produzione mangimistica era marginale, priva di una struttura industriale autonoma e basata principalmente sui sottoprodotti della molitura dei cereali, spesso in forma rudimentale. Proprio l’esigenza di fornire un supporto nutrizionale adeguato all’allevamento italiano rappresenta l’innovazione prodotta da Assalzoo e, di fatto, la trasformazione dell’intera zootecnia italiana. Dagli anni Cinquanta e Sessanta, l’industria mangimistica compie un primo grande salto di qualità. La quantità di mangimi prodotti cresce rapidamente, passando da circa 300 mila tonnellate a circa 6 milioni di tonnellate all’anno. E poi dagli anni Ottanta anni a oggi la crescita ha continuato a svilupparsi, arrivando oggi a produrre 15,5 milioni di tonnellate all’anno, con un fatturato di circa 10 miliardi di euro e quasi 9.000 addetti escluso l’indotto. E, con essa, impianti moderni, sviluppo tecnologico e miglioramento dei profili di redditività economica. “Non posso non guardare con un certo orgoglio – sottolinea Silvio Ferrari, presidente Assalzoo – al cammino svolto dall’associazione in questi ottant’anni. Vorrei evidenziare innanzitutto il primo risultato: che Assalzoo esista ancora e sia in grande salute, con grandi prospettive davanti. Le dinamiche economiche dei decenni passati sono state varie e di elevata complessità. Lo spirito associativo e l’impegno degli imprenditori che ne fanno parte ha permesso a un settore, come quello della mangimistica, di nascere a livello di industriale, di crescere e di essere oggi un assoluto protagonista della filiera agroalimentare, che rappresenta di fatto una delle eccellenze economiche italiane”.
Il presente
Lo sviluppo e la crescita del settore mangimistico ha prodotto delle modifiche all’interno dell’associazione, ampliando il raggio di competenze e articolando la struttura operativa in maniera conseguente attraverso la costituzione di quattro gruppi settoriali: mangimi da allattamento e per acquacoltura, materie prime di origine animale, premiscele e additivi, alimenti per animali familiari (pet food ). Si tratta di quattro gruppi che rispecchiano settori di crescita, di innovazione scientifica e di importante presenza nella vita delle famiglie italiane (come il pet food ). E testimoniano l’attenzione dell’associazione ai cambiamenti economici, scientifici e sociali. A ciò si aggiunge la presenza di un Comitato scientifico di scienziati che supportano la ricerca nel settore dell’alimentazione animale e l’esistenza di un Gruppo Giovani sui quali l’investimento in formazione è rilevante per garantire lo sviluppo della mangimistica futura. E la consapevolezza di far parte di una filiera complessa ha portato l’associazione in collaborazione con Nomisma a elaborare il concetto di FeedEconomy attraverso il quale misurare il peso del valore economico che scaturisce dal mondo del feed (nel 2023 circa 150 miliardi di euro). “L’Assalzoo di oggi – evidenzia Lea Pallaroni, direttore generale dell’associazione – è una realtà complessa e moderna che si nutre di tante componenti. C’è una forte attenzione alla questione regolatoria che permette ai nostri associati di produrre in sicurezza mangimi di qualità. C’è una visione di sistema che si sostanzia negli studi della FeedEconomy e nella costruzione di un sistema informativo per il settore. C’è un’attenzione al futuro con le iniziative che abbiamo messo in campo in questi anni per permettere al settore di vincere la sfida della sostenibilità. C’è un investimento continuo nella crescita del gruppo di lavoro associativo e un attivo confronto con tutte le parti del nostro settore produttivo che permette davvero alla mangimistica di essere un settore all’avanguardia. E Assalzoo lo è con essa”.
L’Europa
Assalzoo è stata protagonista fin dalla nascita della Comunità. Nel 1959 – due anni dopo la firma del Trattato di Roma – è tra i soci fondatori di Fefac, la Federazione Europea dell’industria mangimistica, preposta al dialogo con la Commissione Europea in materia di regolamentazione e strategie sull’alimentazione animale. E da quel momento ha investito impegno ed energia nella costruzione di un’idea comune di continente che avesse una normativa unitaria, un sistema economico aperto e una capacità di promuovere la salute alimentare dei cittadini europei. Tale impegno è stato più volte concretizzato dalla presenza di imprenditori italiani alla guida della federazione e nelle massime posizioni di responsabilità. “Non posso nascondere il grande piacere – rimarca Pedro Cordero, presidente Fefac – di poter celebrare un anniversario così importante per un’associazione che ha svolto un ruolo essenziale in Italia e in Europa. L’apporto di Assalzoo alla crescita del settore dell’alimentazione animale è stato costante nel corso di questi decenni, garantendo – anche quando questo sembrava un traguardo lontano – la nascita e la crescita di quel mercato comune che è oggi la Comunità europea. L’augurio che posso fare all’associazione non può essere altro che continuare questo cammino con la qualità che è stata dimostrata in questi decenni. E di continuare a farlo insieme con Fefac”.
La giornata di celebrazione
Le attività si aprono con la relazione del presidente Ferrari sul percorso svolto dall’associazione in questi ottant’anni di vita. Si prosegue con l’attribuzione dei premi Assalzoo. La prima parte si conclude con il ricordo di Giordano Veronesi, presidente emerito dell’associazione recentemente scomparso.
Lo studio
La seconda parte vede la presentazione di uno studio Nomisma sullo sviluppo della mangimistica all’interno dell’economia italiana e sul ruolo nell’accrescimento di valore e di produzione riflesso all’interno della filiera zootecnica. Lo studio è presentato da Ersilia Di Tullio (Nomisma) e da Paolo De Castro (presidente Nomisma).
La tavola rotonda
Gli elementi emersi dallo studio sono poi oggetto di una tavola rotonda moderata da Tonia Cartolano (SkyTg24 ) che vede partecipare, oltre Silvio Ferrari e Paolo De Castro (presidente Nomisma), anche i presidenti di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e di Coldiretti, Ettore Prandini.
Patrizio Giacomo La Pietra (sottosegretario Masaf): “Una storia italiana di successo che guarda al futuro”
“Su indicazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è per me un vero piacere partecipare alla celebrazione dell’importante traguardo raggiunto da Assalzoo. La giornata di oggi permette di comprendere al meglio l’importante cammino che ha compiuto la zootecnia e l’agroalimentare italiano in questi ottant’anni, evidenziandone gli aspetti che hanno contribuito al successo internazionale: professionalità e tradizione, innovazione e ricerca, salute e benessere animale, qualità e sicurezza delle nostre produzioni agro-zootecniche. Questi pilastri rappresentano la nostra storia e sono anche le fondamenta su cui costruire la crescita del futuro. Sono sicuro che Assalzoo procederà su questa strada e continuerà a collaborare con le istituzioni, come in questi anni ho potuto constare direttamente”. Queste le dichiarazioni del sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio Giacomo La Pietra, intervenuto in rappresentanza del Governo e del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste alla giornata evento per l’ottantesimo anniversario della fondazione di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), svoltasi a Villa Aurelia a Roma.
Studio Nomisma: produttività, efficienza e qualità, i tre 'plus' che hanno segnato la crescita della mangimistica
Produttività, efficienza e qualità: sono questi i tre plus che definiscono il successo della mangimistica. È il quadro che emerge dalla presentazione dello studio promosso da Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) in collaborazione con Nomisma in occasione della celebrazione dell’ottantesimo anniversario della fondazione associativa. Lo studio, che viene presentato durante gli eventi celebrativi, restituisce la fotografia di un settore in grado di raccogliere la sfida della sostenibilità quando questa era ancora lontana dai riflettori del dibattito quotidiano. Il tratto essenziale che ha caratterizzato la crescita della mangimistica italiana è stato, fin dai suoi inizi, fare di più con meno. Anzi, fare di più e meglio con meno.
Lo studio
Il lavoro realizzato da Nomisma con la supervisione della dottoressa Ersilia Di Tullio si articola secondo linee tematiche affrontate nella loro evoluzione temporale. A questa elaborazione di natura orizzontale si aggiungono poi importanti approfondimenti verticali che vanno a toccare le grandi aree dell’alimentazione zootecnica: bovini, suini e avicoli. La costruzione dei dati e la dinamica di analisi di essi fornisce una descrizione importante dei punti di forza del settore mangimistico e dell’intera filiera zootecnica.
La produttività
Un primo aspetto che merita di essere evidenziato e che segna la validità del modello imprenditoriale che caratterizza il settore mangimistico è la dinamica della produzione. Nello studio si identificano tre fasi temporali diverse: la fase della crescita esponenziale che dura fino agli anni ottanta, la fase della professionalizzazione che abbraccia i decenni a cavallo del secolo e la fase dell’innovazione permanente che caratterizza l’era della sostenibilità. A livello numerico, nella prima fase la produzione passa dalle 0,6 milioni di tonnellate degli anni Cinquanta alle 11,1 della fine degli anni Ottanta, stabilizzandosi intorno ai 13 milioni di tonnellate nel passaggio anni 2000, per poi arrivare a superare le 15 milioni di tonnellate negli anni recenti. Oltre al dato produttivo, c’è anche il cambiamento della geografia produttiva che merita particolare attenzione: nel 1970 si producevano poco più 3,5 milioni di tonnellate in oltre 1.350 stabilimenti; nel 2023 le oltre 15 milioni di tonnellate vengono prodotte in 417 stabilimenti. La produzione media per singolo stabilimento è passata dalle 2,7 tonnellate del 1970 alle 36,8 del 2023. È chiaro come questa trasformazione sia il frutto di scelte imprenditoriali lungimiranti che hanno trasformato la potenzialità della zootecnia italiana. La garanzia di una disponibilità di mangimi, sicuri e con alta capacità nutrizionale, ha rappresentato il volano di spinta per il resto della filiera, innescando un processo virtuoso in termini di consumi, spesa e miglioramento delle caratteristiche dei prodotti alimentari di origine animale.
L’efficienza
La dinamica impressa dalla trasformazione del settore mangimistico trova un diretto riscontro attraverso il cambiamento del cosiddetto “indice di conversione” (vale a dire la quantità di mangime utilizzata per ottenere un’unità di prodotto). Più il rapporto è basso, più efficiente risulta l’alimentazione; e ciò vale tanto in termini di costo (la spesa per nutrire un animale) quanto in termine di resa (miglioramento degli effetti nutrizionali). Dai dati raccolti nello studio risulta come, negli anni ’60, questo indice fosse per gli avicoli maggiore di 6 (sei chili di mangimi per ottenere un chilogrammo di aumento di peso vivo del capo), per i suini maggiore di 4,7 e per i bovini maggiore di 8. Attualmente, anche grazie ai miglioramenti genetici delle specie allevate, questo indice si è notevolmente abbassato: 1,6 per gli avicoli con una riduzione di quasi il 50%, 2,7 per i suini con una riduzione di quasi il 40% e di 6 per i bovini con una riduzione di oltre il 30% rispetto agli anni '60. In questa riduzione si misura la capacità di innovazione e di efficientamento che definisce il percorso della mangimistica: produrre di più e meglio con meno materie prime agricole. Questa capacità trasformativa è tanto il frutto di una ricerca industriale e scientifica quanto il risultato di un approccio costitutivamente sostenibile, attraverso il quale si cerca di limitare gli impatti ambientali, pur garantendo cibo di qualità per tutte le classi sociali.
La qualità
Il riflesso dei miglioramenti legati alla produzione e all’efficientamento dei processi nutrizionali non rimane tuttavia un risultato di natura esclusivamente industriale; esso si riflette innanzitutto nel miglioramento del benessere degli animali allevati. Nutrirsi meglio, nutrirsi in maniera appropriata è un presupposto per un decorso di vita più salutare. Gli effetti delle trasformazioni derivanti dall’alimentazione mangimistica non si riflettono solo sul piano zootecnico, ma anche sull’intera filiera dei prodotti alimentari di origine animale. Nello studio c’è un esempio estremamente significativo che testimonia proprio questa connessione migliorativa: è il caso del latte. Agli inizi degli anni ’60 un bovino da latte produceva circa 4.127 chili di latte e questo aveva una percentuale di grasso del 3,19%. Nel 2000 il livello di produzione era salito a 7.772 chili e il latte aveva una percentuale di grasso del 3,59 e una percentuale di proteine del 3,23. Nel 2023 i dati si assestano a 9.932 chili, 3,90% di grasso e 3,40% di proteine. La progressione indica con chiarezza come la qualità del prodotto zootecnico, in questo caso il latte, vada di pari passo con il miglioramento dell’alimentazione animale. Un latte più grasso e più proteico è un latte con migliori indici nutrizionali e garantisce un ottimale apporto alimentare ai consumatori finali.
Il futuro
Guardando al domani, la mangimistica riparte dalle sue peculiarità: produzione, efficienza e qualità. I tre plus del settore, proiettati nel futuro, si materializzano in una serie di innovazioni in molti casi già in atto: l’automatizzazione dei processi di distribuzione del mangime agli animali, il precision feeding e i mangimi funzionali. Si tratta della prosecuzione della via di successo del settore: fare di più con meno, anzi fare di più con meno e fare meglio. Informazioni: Ufficio Stampa Assalzoo, web www.mangimiealimenti.it – www.assalzoo.it, e-mail ufficiostampa@assalzoo.it, tel. 06/8541641 - Assalzoo, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici Federalimentare/Confindustria), rappresenta l’industria mangimistica italiana con un fatturato di quasi 12 miliardi di euro, circa 8.300 addetti, escluso l’indotto, e una produzione di quasi 15 milioni di tonnellate.
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