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Emergenza allevatori Romagna


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Associazione Italiana Allevatori Lazio

Informazioni per gli allevatori

31/05/2019
Allevare in Abruzzo, per la ripartenza

Un momento importante per gli allevatori abruzzesi, cui serve un deciso cambio di passo: questo il messaggio emerso dai lavori del Seminario “Allevare in Abruzzo, progetti ed esperienze per ripartire “, tenutosi nella mattinata di giovedì 30 maggio 2019 a L’Aquila.
In sala, oltre duecento tra operatori del settore e della filiera agrozootecnica ed allevatori provenienti non solo dalla provincia aquilana. L’incontro, organizzato dall’Associazione Regionale Allevatori d’Abruzzo e dalla Regione abruzzese, con il patrocinio della Città dell’Aquila, è stato aperto dal neo presidente dell’Ara Pietropaolo Martinelli e si incentrato sugli interventi del direttore dell’Associazione Regionale Allevatori Francesco Cortesi, del direttore del Dipartimento Qualità Agroalimentare-Dqa Michele Blasi e del direttore generale dell’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. Roberto Maddé (nelle foto, due momenti della presentazione ).
A significare l’attenzione per il comparto zootecnico abruzzese da parte della nuova Giunta Regionale, la presenza e l’intervento del vicepresidente, nonché assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Parchi e Riserve, Sistema Idrico ed Ambiente Emanuele Imprudente.
Molti gli argomenti trattati, ad iniziare dalle criticità ed opportunità del fare zootecnia soprattutto nelle aree interne della regione, che come è noto sono prevalentemente montane e vincolate a parco o riserva naturale, evidenziate dal direttore Ara, Francesco Cortesi: “Gli effetti dei vari eventi sismici, quello del 2009 e quelli più recenti, oltre ad altri accadimenti naturali – ha affermato tra l’altro – hanno evidenziato le fragilità strutturali della zootecnia abruzzese, ma anche fatto capire che questa è un patrimonio della collettività, con caratteristiche uniche di tipicità e legami con il territorio. Per questo, il Sistema Allevatoriale chiama ora ad una maggior attenzione e collaborazione di tutti gli attori della filiera e ad uno ‘scatto culturale’, anche per recuperare terreno sul piano dell’assistenza tecnica e del miglioramento genetico”.
Gli ha fatto eco il presidente dell’Ara, Pietropaolo Martinelli, da poco alla guida dell’Associazione: “Siamo chiamati a dimostrare il valore del nostro comparto zootecnico, e la nostra compattezza anche nel dialogo con le Istituzioni. I problemi per noi imprenditori zootecnici sono tanti, dalla gestione dei pascoli al contenimento dei danni da fauna selvatica, ai risarcimenti, che vanno ‘calibrati’. Avere un’Ara forte, in grado anche di poter offrire nuovi servizi e potenziare quelli esistenti è importante per sostenere i redditi di tutti gli allevatori, richiamando i giovani ad una professione dura ma meravigliosa”.
I progetti in campo ci sono, le potenzialità anche, come ha dimostrato la parte affidata a Michele Blasi, del Dqa, che ha tra l’altro presentato alcune realtà territoriali di prodotti che attraverso un percorso di valorizzazione e certificazione possono fare un deciso salto di qualità, come ad esempio il Pecorino di Farindola, il formaggio Canestrato di Castel del Monte, o anche la filiera della lana ovina, di cui è stata evidenziata un’attività già partita nell’aquilano con buoni risultati. “Oggi – ha spiegato il responsabile dell’ente terzo di certificazione di cui si avvale il Sistema Allevatoriale – presentiamo però un progetto di certificazione concreto che riguarda un marchio collettivo per un prodotto, l’ ‘Arrosticino d’Abruzzo’, che sta avendo un grande riscontro presso i consumatori, non solo locali, e che è un chiaro esempio del valore aggiunto che più informazioni sulla provenienza delle carni ovine, maggior tracciabilità e chiarezza sui requisiti di benessere animale e sostenibilità possono rappresentare”.
Tradizione, tipicità, sostenibilità: tutti elementi importanti, ma il Sistema Allevatori nazionale – come ha ribadito il direttore generale A.I.A. Roberto Maddé – “deve mettere in condizione di poter porre tutti sullo stesso piano. Il Sistema Allevatori oggi lavora per la biodiversità, per aumentare il numero delle stalle sotto controllo e per produrre dati utili sia all’allevatore che alla collettività, come ad esempio nel caso della misurazione effettiva delle emissioni in ambiente prodotte dall’attività zootecnica. Il Sistema Allevatori ha bisogno di idee e progettualità, oltre a quelle già messe in campo, anche per aumentare la credibilità verso la politica e le Istituzioni, senza tralasciare l’obiettivo della redditività per gli allevatori”.
Dopo i contributi di vari attori della filiera, dalla grande distribuzione, ai consumatori, al mondo professionale agricolo, dell’Università e della sanità pubblica veterinaria, a raccogliere gli appelli lanciati il vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente: “Ringrazio gli allevatori, perché sono loro che fanno un’attività ‘eroica’ soprattutto in questi territori. Se siamo quì a trattare di zootecnia è per loro merito. Voglio rassicurare sul fatto che tutti gli strumenti da mettere in campo da parte della Regione saranno presto approntati, anche per recuperare il tempo perso e le opportunità dell’attuale Psr e prepararci adeguatamente per quello successivo. Molto è da ricostruire: la volontà di rilancio c’è, vogliamo collaborazione da tutti e siamo sicuri che una struttura come l’Ara sia necessaria, così come pensiamo sia importante superare le frammentazioni e lavorare per l’avvio di un ‘tavolo della zootecnia’ con tutti i protagonisti”.
Ai lavori è intervenuto, tra gli altri, in rappresentanza dell’Organizzazione professionale agricola locale, il direttore di Coldirettti Chieti Luca Canala, che oltre a ricordare l’importante lavoro fatto per la riorganizzazione del Sistema Allevatoriale regionale ha ribadito le principali criticità per la zootecnia abruzzese: “Non ci sottraiamo al dibattito: nel nostro settore stanno emergendo anche giovani con idee e molta volontà, che hanno bisogno di essere supportati con adeguati investimenti. Il ruolo tecnico è determinante, ma è importante anche il fatto che come categoria ci stiamo riappropriando del cibo come valore identitario. Lavoriamo con determinazione e lealtà, solo così riusciremo a recuperare lentezze e ritardi”.


 


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