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11/03/2021
“Sala stampa”: zootecnia, agricoltura e cibo su quotidiani, periodici, web ed agenzie
– a cura di Camillo Mammarella
Il maiale di razza casertana ed il suo grasso che non fa male – In tempi di Covid, ad un anno dall'insorgere della pandemia da Coronavirus , si discute anche di alcuni cambiamenti degli stili alimentari degli italiani, tra mesi di forzata inattività (o ridotta attività) fisica e squilibri nelle diete. Pronti a cadere pure antichi pregiudizi sulla nocività per la salute umana di antichi alimenti provenienti dalle produzioni derivanti da altrettanto antiche razze di animali d'allevamento, come è il caso del grasso di maiale ricavato da mitici suini neri, come il "Pelatello napoletano" (o maiale di razza casertana). Di questo e altro parla oggi, giovedì 11 marzo 2021, a pagina 12, il quotidiano "la Repubblica " (edizione Napoli) in un articolo a firma Antonio Corbo titolato "Affari e gusto con il maiale nero, la riscoperta delle antiche razze ". Vediamo come inizia il pezzo: "E' bastata una etichetta per demolire un tabù. La carne di maiale non fa male. Persino il lardo è consigliato dagli specialisti se vi sono delle garanzie. La prima è imposta dal 31 gennaio scorso. Con 'Origine Italia' oppure '100 per 100 italiano' sono indicati i prodotti di 'maiali nati, allevati, trasformati' nel nostro Paese. Perdono mercato le industrie che importano da Germania ed Europa dell'Est. E Coldiretti segnala subito un balzo nel valore della carne suina del 10% in un mese. Vale di più, assicura gusto e benessere". Per quanto riguarda la Campania, "la Repubblica " riporta questi dati: 100 mila capi, distribuiti tra Sannio (Beneventano - ndr. ) 48%, Salerno 28%, Avellino 15%, Caserta 5%, Napoli 4%. Nel territorio campano c'è anche una razza suina considerata un'eccellenza, il "Maiale di razza casertana", studiata dal prof. Donato Matassino presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Altri studiosi illustri, come Giovanni De Franciscis e Luigi Zicarelli, hanno contribuito allo studio delle caratteristiche ed al rilancio di questi storici suini neri.
Salumi da filiera corta sulle colline romagnole grazie ad una piccola azienda a conduzione familiare – Si parla sempre di antichi suini "neri" in un articolo di Laura Giorgi da Brisighella (Ravenna), sul quotidiano "Corriere Romagna " di oggi, giovedì 11 marzo 2021, a pagina 23, che titola "La sfida di allevare more romagnole. I salumi dell'allevamento Ca' ad Là ". Si parla di ottimi prodotti della salumeria, frutto di filiera corta, derivanti dall'antica razza suina "Mora Romagnola" allevata in una piccola azienda familiare sulle colline di Brisighella, dove le carni vengono trasformate direttamente. I protagonisti di questa bella sfida allevatoriale in questo lembo delle colline del ravennate sono Claudia Buzzegoli e Jonata Venzi, che hanno lasciato i loro lavori precedenti in altre città per trasferirsi nelle campagne di Brisighella ad allevare i suini di razza Mora Romagnola e a trasformarne le carni in ottimi salumi, freschi e stagionati. La razza suina Mora Romagnola è un antico maiale che, anche grazie ad allevatori come Claudia e Jonata è stata recuperata e valorizzata.
Dalla Basilicata un altro appello contro le depredazioni nei campi – Non sono solo le difficoltà economiche coincidenti col perdurare dell'emergenza sanitaria, ma sono anche i continui furti nelle campagne a demoralizzare gli agricoltori lucani, soprattutto nell'agro circostante il comune di Montalbano Jonico, in provincia di Matera: ne parlano due quotidiani locali oggi, giovedì 11 marzo 2021, "La Nuova del Sud " (pagina 17, edizione Basilicata) e "La Gazzetta di Basilicata " (pezzo a sigla e.f. , a pagina 8). Da quest'ultima testata la conferma che il fenomeno odioso dei furti nelle campagne sta diventando una preoccupazione in più per gli imprenditori agricoli dell'area di Montalbano Jonico. Il presidente provinciale della Coldiretti Gianfranco Romano ed il responsabile della sezione montalbanese dell'organizzazione, Salvatore Andrisani, hanno chiesto in una lettera - destinatari il prefetto Rinaldo Argentieri, il questore Eliseo Nicoli e il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Nicola Roberto Lerario - che si intensifichino i controlli nelle aree agricole del comprensorio.
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