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14/09/2020
“Sala stampa”: zootecnia, agricoltura e cibo su quotidiani, periodici, web ed agenzie
– a cura di Camillo Mammarella
Coldiretti, Bonifiche Ferraresi e Tim si incontrano per favorire l’agricoltura “hi-tech” – Una notizia che ha impegnato le colonne di diversi quotidiani nazionali e locali in quest’ultimo fine settimana riguarda l’accordo stipulato tra Coldiretti, Bonifiche Ferraresi e Tim per promuovere l’agricoltura ”hi-tech “. Già da sabato 12 settembre 2020 ne hanno parlato “Il Tempo “ (pagina 12, pezzo a sigla LEO.VEN. ) e “Libero “ (pagina 15, articolo siglato A.BAR. , firma riconducibile ad Attilio Barbieri), mentre domenica 13 settembre ritroviamo la notizia nella rubrica “Pianeta Verde” di Andrea Zaghi su “Avvenire “ (a pagina 19). Vediamo in sintesi come tratta l’argomento un giornale locale direttamente interessato, in quanto vicino alla sede di uno dei partner protagonisti dell’accordo, e cioè “il Resto del Carlino “ (edizione Ferrara di sabato 12 settembre, a pagina 4): “L’accordo siglato ieri (venerdì 11 settembre – ndr. ) tra Coldiretti, Tim e Bonifiche Ferraresi Spa punta a portare la banda ultralarga nelle aziende agricole e a superare il gap digitale tra città e campagna. Coldiretti ha ricordato che dalle campagne del Paese viene il 92% dei prodotti tipici (Dop e Igp) italiani. L’accordo è stato firmato alla presenza del presidente Coldiretti Ettore Prandini, e degli amministratori delegati Luigi Gubitosi di Tim e Federico Vecchioni di Bonifiche Ferraresi”.
Soddisfazione di agricoltori e pastori sardi per gli aiuti arrivati dalla Regione, pur se con un cospicuo ritardo, ora finalmente giunti grazie ad una corsia preferenziale – Notizia positiva per agricoltori e pastori sardi la si trova su uno dei due principali quotidiani locali, “La Nuova Sardegna “ di venerdì 11 settembre 2020, a pagina 11, che titola “Coldiretti: siccità 2017, sbloccati 32 milioni di euro “. Si tratta – spiega la nota – di un risultato che arriva con forte ritardo, ma che Coldiretti Sardegna giudica “straordinario” dato che giunge in piena emergenza Covid: saranno liquidate tutte le 23 mila rimanenti domande inoltrate per il ristoro dei danni della terribile siccità del 2017, anche le 4.000 che non avevano superato l’istruttoria. Riceveranno l’aiuto – continua “La Nuova “ – grazie allo sblocco di circa 32 milioni di euro dei 40 stanziati per questo intervento. Il presidente dei coltivatori diretti sardi, Battista Cualbu, parla di “una situazione paradossale che stava penalizzando le aziende agricole, divenuta insostenibile con l’emergenza Covid”. I pastori – scrive ancora il pezzo – ricevettero in pochi mesi gli indennizzi per i danni di quella siccità grazie ad una corsia preferenziale adottata allora dalla Regione. Per tutte le altre categorie cominciò invece un lungo e tortuoso iter e a distanza di tre anni dalla calamità la stragrande maggioranza delle domande sono ancora in lista d’attesa e molte non sono riuscite a superare l’istruttoria.
Il paradosso del “porcetto” sardo bloccato da anni, mentre carcasse di cinghiali infette vengono scoperte in Nord Europa… – Il “porceddu “ o “porcheddu ” sardo, italianizzato con il nome di porcetto, subisce ancora l’amaro paradosso di essere bloccato nel suo consumo e nella sua commercializzazione solo nell’Isola sarda (tranne l’esperienza di qualche anno fa della versione “termizzata”), così come tutta la suinicoltura della Sardegna che è imbrigliata da lunghissimo tempo dalle restrizioni sanitarie contro la peste suina, ormai da considerarsi debellata nel territorio isolano. Ma il paradosso, ora, è che dallo scorso 9 settembre – come segnala “L’Unione Sarda “ di sabato 12 settembre 2020, a pagina 19 – è stato scoperto il primo caso ufficiale di peste suina in Germania, rilevata in una carcassa infetta di cinghiale nei pressi di Cottbus, città al confine con la Polonia. Tutto ciò ha fatto riaprire la discussione sull’ “ok ” che l’Ue dovrebbe dare alle esportazioni dei suini sardi, cosa che fa ripetere al Presidente dei coltivatori diretti di Sardegna che la decisione non è più rinviabile, dopo oltre 3 mila giorni di embargo che hanno lasciato diverse vittime sul campo, per le rigide prescrizioni che ora dovrebbero essere adottate nella stessa misura in altre Nazioni. L’avanzata del morbo in Europa occidentale, ora che la Sardegna ha dimostrato di averlo debellato, crea l'evidente paradosso di aver visto prima l’Isola confinata per non infettare altri territori (cosa che tra l’altro non ha mai fatto) ed ora a sua volta esposta al pericolo di esserlo da altrui. Nelle conclusioni del pezzo, anche dichiarazioni di Luca Saba, direttore Coldiretti Sardegna, e di Ugo Cappellacci, deputato regionale ed ex Presidente della Giunta sarda.
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